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di ALICE MAINARDI - Il giornalista romano de La Stampa è stato il protagonista del secondo appuntamento di “GIOvedì GIOrnalismo GIOvani”. Al centro dell'incontro il tema della politica, raccontata attraverso le pagine del quotidiano e spiegata ai più giovani nella sua essenza: una fattore che incide sulla vita di tutti, anche di chi non se ne interessa. Prossimo appuntamento il 3 aprile con Camilla Conti (il Giornale) per parlare di economia.

“Ma cos’è la destra? Cos’è la sinistra?” cita il celebre ritornello del brano di Giorgio Gaber che ha risuonato giovedì 20 marzo nella sala conferenze dell’Informagiovani, in occasione della seconda conferenza del ciclo “GIOvedì GIOrnalismo GIOvani” organizzato da L’Ora Buca nell’ambito del progetto GiovaniON. A rispondere a questa provocazione, mossa dai versi del cantautore milanese, è stato Niccolò Carratelli, cronista parlamentare de La Stampa.



Nella prima parte dell’incontro il giornalista romano, ex Radio Capital, ha illustrato in modo nitido ai giovani spettatori (attraverso una serie di pagine del quotidiano torinese da lui curate) l’universo del giornalismo politico, un ambiente complesso in cui non basta scrivere su carta ciò che accade, ciò che in gergo giornalistico viene definito “in chiaro”: a fare la differenza infatti sono i retroscena, raccontati  dai professionisti del settore in modo strategico e adottando scelte comunicative ben precise. Aneddoti importanti vengono fatti trapelare dai politici stessi che non vogliono esporsi pubblicamente, o da conversazioni informali tra il  giornalista e gli addetti stampa di deputati e senatori, che possono costituire la sua rete di contatti interni: insomma, il lavoro del cronista, secondo Carratelli, “si svolge molto fuori dalla redazione”. 

Il giornalista della Stampa Niccolò Carratelli in collegamento da Roma

Ma cosa deve scrivere un giornalista politico? Si può fidare ciecamente del suo interlocutore? Carratelli ha messo in guardia sulle insidie dei retroscena: “La nostra attenzione deve essere capire dove ci sia qualche cosa che non funziona, evitando di scrivere cose che non ci convincono e per fare questo lo strumento è la verifica o le verifiche, non ci si accontenta che qualcuno dica una cosa per doverla scrivere, devo necessariamente sentirne un altro e un altro ancora“. Un’informazione deve essere quindi vagliata, deve trovare riscontro in diverse fonti, si deve allargare il quadro della situazione: in questo modo il giornalista scongiura una sua strumentalizzazione. “Il nostro lavoro è molto delicato perché è a forte rischio strumentalizzazione, i politici vogliono far passare una posizione, ma non vogliono farlo pubblicamente, mettendoci la faccia, quindi chiamano noi giornalisti: è anche un tentativo di usarci”.

Carratelli ha poi ricordato che “bisogna filtrare le volontà politiche che animano una confessione o una confidenza”, alla luce della distanza che deve sempre caratterizzare il rapporto tra giornalista e politico, secondo Carratelli “non dobbiamo mai perdere di vista il nostro ruolo, il nostro punto di riferimento sono i lettori”. 

Tema centrale della conferenza, introdotto da una domanda provocatoria, è il preoccupante disinteresse dei giovani nei confronti della politica: “Non hanno la percezione di quanto la politica possa decidere sulle loro vite, se ci fosse la consapevolezza del fatto che le decisioni che vengono prese a Montecitorio o a Palazzo Madama poi possano incidere nel quotidiano, la voglia di informarsi aumenterebbe”. Manca quindi una consapevolezza di fondo, che probabilmente porterebbe a una maggiore partecipazione dei più giovani e a una più intensa affluenza al voto.

“I giovani? Non hanno la percezione di quanto la politica possa decidere sulle loro vite, se ci fosse la consapevolezza la voglia di informarsi aumenterebbe”

Molti sostengono che  l’allontanamento dei giovani da questo ambito così essenziale possa derivare da una perdita di autorevolezza della figura del politico: “Ognuno si può rendere conto di come la politica sia diventata sempre più spettacolo, più social, più video su TikTok e meno analisi politiche serie: questo secondo me è il motivo per cui a volte i politici vengono percepiti come influencer, piuttosto che rappresentanti delle istituzioni. Ognuno deve saper restare nel proprio ruolo”.

Niccolò Carratelli ha assegnato una valutazione ai principali politici italiani

E se l’universo giornalistico è diventato così tortuoso e fuorviante a causa della spettacolarizzazione della politica, come può un giornalista destreggiarsi in questo mondo? E, dopo un’ampia e ponderata ricerca, qual è il materiale che un giornalista deve selezionare?  L’obiettivo di chi scrive è soddisfare il suo pubblico e sono  i giornalisti che “si assumono la responsabilità di fare informazione” : i lettori devono quindi affidarsi alla figura del giornalista, contando sul fatto che quest’ultimo attui un’ accurata scelta delle informazioni. 



Dopo aver dato indossato i panni di professore e dato voti e giudizi ai leader politici italiani, Carratelli ha anche spiegato come reagire qualora si avesse a che fare con un interlocutore sfuggente. La tecnica che il giornalista ha consigliato di attuare è quella di porre una determinata tematica, magari scottante, dopo due o tre minuti dall’inizio della conversazione, rendendo l’intervistato più propenso a rispondere.

Il prossimo appuntamento, giovedì 3 Aprile, vedrà come ospite all’Informagiovani di Cremona Camilla Conti, giornalista di economia per Il Giornale.