7 Dicembre 2024
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di PATRIZIO PAVESI - Un momento ristretto e informale con i giovani collaboratori e le loro famiglie, per far conoscere la proposta dell'Associazione QUINDIE e l'idea che sta alla base del nostro giornale. Il tutto con il "pretesto" di inaugurare la nuova redazione, nata con l'aiuto di privati e aziende e con il lavoro di tutti i ragazzi del giornale.

Di mesi ne sono trascorsi sette, giorno più giorno meno. Tanti? Pochi? Non esiste un metro assoluto, ma sicuramente mesi intensi per il nostro giornale. Nato ad aprile come una scommessa (il cui risultato oggi non è ancora scritto), L’Ora Buca taglia in queste ore un importante traguardo. O, meglio, tocca un’altra tappa del suo giovane cammino.



Lunedì 18 novembre è stata infatti inaugurata la nostra nuova (e in realtà prima) redazione. Nasce in uno dei locali del CSV Lombardia Sud ETS di Via San Bernardo, che ha aiutato la nostra associazione a nascere. Quando Francesco e Cinzia ci hanno proposto uno spazio nella loro sede, non avevamo idea di quanto bello potesse essere: una stanzetta di una manciata di metri quadri, sommersa da “roba”, polvere e ragnatele fino al soffitto. Ma con una luce calda e calma che entrava dalle finestre.

Una stanzetta di una manciata di metri quadri, sommersa da “roba”, polvere e ragnatele fino al soffitto. Ma con una luce calda e calma che entrava dalle finestre

Ci abbiamo lavorato su da questa estate: prima svuotando quello che era diventato un magazzino, poi pulendolo da cima a fondo: pavimenti, vetri, tapparelle e armadi,…Nell’ultimo mese poi lo abbiamo liberato ulteriormente, abbiamo stuccato e ridipinto le pareti, portato sedie e scrivanie, poster piante e insegne, e infine i computer, che aziende e privati ci hanno donato. Tutto con l’aiuto dei ragazzi, che si sono rimboccati le maniche e che hanno condiviso con entusiasmo anche il lavoro fisico.

Una parte del gruppo di giovani collaboratori de L’Ora Buca: i ragazzi coinvolti sono circa trenta, di età compresa tra 16 e 21 anni

Lunedì, con loro e soprattutto con le loro famiglie, abbiamo festeggiato con un piccolo rinfresco privato: è stata l’occasione per inaugurare il nostro “posto di lavoro”, ma soprattutto per raccontare ai genitori chi siamo e cosa stiamo combinando. Sì, perché questa trentina di ragazzi che ha risposto alla nostra proposta passa del tempo in redazione, con degli adulti, a imparare e fare. Ci sentiamo molto responsabilizzati ad accompagnarli per un piccolo tratto del loro percorso: non siamo né un’istituzione né la scuola, per questo tenevamo particolarmente a far conoscere ai loro genitori le persone, le attività e i luoghi che frequentano. E magari anche a rispondere alla domanda che può sorgere: “Ma perché degli adulti dovrebbero investire del loro tempo e delle loro risorse per dei ragazzi che nemmeno conoscono?”.

Ma perché degli adulti dovrebbero investire tempo e risorse per dei ragazzi che nemmeno conoscono?

La risposta nasce lontano, nasce nell’istinto del salmone di cui scrissi tempo fa, ma trova frequenti conferme alla bontà di un’idea. Un recente studio ha raccolto i pareri di decine di capi di azienda, molto critici nei confronti della Generazione Z e del suo rapporto con il mondo del lavoro, che sta portando a diffidenza nelle assunzioni e sempre più frequenti licenziamenti tra i ragazzi di questa fascia di età. Abbigliamento, linguaggio, poca etica del lavoro, difficoltà di comunicazione con colleghi e clienti, incapacità di gestire i carichi…queste le principali lamentele dei datori di lavoro intervistati.

Ecco perché crediamo che per i ragazzi L’Ora Buca possa essere una buona occasione, da affiancare e non sostituire a famiglia e scuola. Perché questo giornale offre loro una proposta: di lavoro retribuito, di formazione, di vita. Si imparano le basi di un bellissimo mestiere, si conoscono realtà argomenti e persone che altrimenti non si incontrerebbero forse mai, si assaggia il mondo del lavoro all’interno di una piccola redazione, per non arrivare del tutto impreparati al lavoro “vero”. E questo sforzo dei ragazzi viene, nel suo piccolo e con le nostre risorse, compensato. Come è giusto che sia, perché di datori di lavoro che diranno loro “è tutta esperienza, ti fa curriculum” ne troveranno molti sulla loro strada, ma non qui.

Ora che abbiamo anche una redazione, la nostra semina continua. In questi sette mesi qualche germoglio è nato e qualche altro no. Germoglierà altrove, con successo: ne siamo certi. Coinvolgere gli adolescenti e i giovani non è impresa facile e sicuramente di cose da migliorare ne abbiamo ancora tante, sotto ogni punto di vista. Editoriale, organizzativo, finanziario e formativo. Ma la proposta c’è. E adesso ha anche una bellissima casa dove crescere.