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Se la corrente in cui si è immersi va in una direzione, si hanno due opzioni: o subirla passivamente, rischiando di esserne sommersi, o trovare un metodo per essere in grado di affrontarla, decidendo autonomamente la propria rotta. Rappresentando con la corrente il contesto di profonda trasformazione e transizione ambientale e digitale in cui si trovano ad operare oggi le aziende, solo l’ausilio di innovative imbarcazioni permette loro di resistere alla sua forza. Queste, realizzabili mediante l’utilizzo di scienza, tecnologia e informatica, permettono alle aziende stesse di dirottarsi in direzione di “un cambiamento verso la sostenibilità e il benessere animale”.
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Proprio sulle componenti di queste “barche aziendali” si è concentrato, nel contesto della 79ª edizione delle Fiere Zootecniche Internazionali, presso CremonaFiere, il convegno “Innovazione e Competenza, il futuro dell’agricoltura e della zootecnica”. In questo contesto è stata data la possibilità ai partecipanti di conoscere l’HUB della conoscenza, un progetto nato per contribuire allo sviluppo in un’area omogenea comprendente i territori della Bassa Bresciana, del Cremonese e del Mantovano, supportando così la competitività di queste zone.
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Questa iniziativa è stata resa possibile dalla cooperazione tra Politecnico di Milano, Istituto di Istruzione superiore “Capirola” di Leno, Provincia di Brescia, Associazioni Comuni Bresciani, insieme a Cassa Padana, ma ha già coinvolto nella sua orbita tante altre realtà istituzionali e imprenditoriali, che si riuniranno per un nuovo appuntamento il 12 dicembre: al Cassa Padana Forum di Leno andrà in scena infatti il convegno “Verso un patto per lo sviluppo sostenibile della Lombardia Orientale”, in cui si discuterà di sostenibilità ambientale, ma anche di come evitare la dispersione dei giovani delle zone interessate.
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Moderatore dell’incontro che si è tenuto nel Pala Made in Italy di CremonaFiere, il professor Giuliano Noci, presidente del progetto, oltre che prorettore del Politecnico di Milano, che ha spiegato come “conoscenza, dati e persone sono la risorsa più importante per un territorio” e che il termine HUB deriva dal fatto che “è necessario mettere in rete le iniziative”.Ma, come ha precisato più volte, il punto chiave, il futuro, sono i dati: “i dati sono il vero patrimonio del futuro, ma c’è ancora una poca capacità di saperli utilizzare”, ha sottolineato il docente, facendo un quadro del mercato internazionale in ambito agro-alimentare e di come il progresso tecnologico sia ancora poco sfruttato dalle nostre imprese del primo settore.Il digitale ricopre infatti un ruolo fondamentale nella gestione dei costi e dei tempi, permettendo di raggiungere un approccio consapevole verso il mercato, dove la consapevolezza passa attraverso criteri di sostenibilità, tracciabilità e trasparenza.
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Proprio il tema della tracciabilità, che rappresenta una garanzia per la qualità dei prodotti, è strettamente legato al substrato digitale. L’utilizzo di tecnologie, come il quaderno di campagna (registro obbligatorio per tutte le aziende agricole dove vanno inserite le diverse operazioni colturali, dalla data di semina a quella di raccolto), permette di tenere monitorata tutta la vita del prodotto. Tuttavia, la grande mole e varietà di dati presenti in un’azienda necessita di piattaforme in grado di mettere insieme queste informazioni, secondo una logica cooperativa. Lavorando sulle variabili della logistica e dell’interconnessione e tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, è possibile creare un’infrastruttura digitale in grado di permettere alle aziende di affermarsi sul mercato.
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In questo “cambio di approccio al business”, acquistano importanza le giovani start-up, alcune delle quali sono state presentate durante il congresso. Legur è una startup bresciana che opera in modo innovativo nel campo della logistica e dei trasporti nel settore agro-alimentare. Attraverso una app, ha spiegato Maria Pavesi, Legur contribuisce a strutturare e regolare i trasporti da e per un’azienda in maniera semplice, riducendo i tempi e gli sprechi e aumentando la sicurezza. in4agri è invece la start up di Giuseppe Boccoli e Aldo Musci, che interconnette in un’azienda quanto è già presente (dai trattori ai silos), permettendo di avere poi tutto su un’unica piattaforma. Orobix LIFE, presentata da Pietro Rota, tramite immagini, catturate da semplici macchine fotografiche, e analizzate in seguito dall’intelligenza artificiale, permette di avere un’analisi della qualità dei prodotti, una stima della resa e informazioni continue sul benessere degli animali.
Legur, in4agri e Orobix LIFE: tre esempi virtuosi di come la tecnologia possa aiutare il settore, ma anche di come i giovani e le loro idee possano essere protagonisti del cambiamento.
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