A Pessina Cremonese, un piccolo comune di provincia come tanti, sono state da poco rinnovate le ambizioni della squadra di calcio locale: il “Pessina”. La squadra, a partire dal 1986 nell’ambito degli amatori, si trova ora infatti agli albori di un nuovo cammino, quello nel mondo della FIGC, un percorso nel quale una passione ai massimi livelli si affianca adesso a sogni di promozione e scalate.
A rendere possibile tutto questo sono stati dei ragazzi come Gianluca Dilda, direttore sportivo, Alessandro Sudati, presidente nonché portiere, e Alessandro Martini, apprezzato difensore di lungo corso in molti club della provincia e ora vice allenatore della squadra. Questi ragazzi, assieme a tutti i volontari come Dalido Malaggi, Fiorenzo Brighenti, Claudio Gandolfi, Claudio Belli, Camilla Malaggi e Massimiliano Sudati, hanno saputo dar vita ad un sogno tanto ambizioso quanto interessante.
Il progetto della Pessina, ci racconta Martini, nasce intorno a marzo 2024 su iniziativa di Gianluca Dilda, tipster diventato famoso sui social e non solo (anche se preferisce definirsi come “Match Analyst”), ed inizia a concretizzarsi e a diventare sempre più realistico a partire da maggio, quando lo stesso Martini entra ufficialmente nel team. La parola chiave, prefissata dalla società, era una sola: “Dovevamo cercare di dare una credibilità alla nostra idea”, spiega Martini, “Quella è stata la nostra partenza, la prima parola che mi ha detto Gianluca”.
Nonostante le ambizioni della società fossero quindi chiare da subito, non tutto si è rivelato rose e fiori durante l’allestimento della squadra. Numerose insidie, infatti, si sono presentate durante la fase di preparazione, anche se nessuna di queste è riuscita a intimorire i dirigenti: “Paura non ne avevamo perché, comunque sia, quando parti con le idee chiare sai dove vuoi arrivare”. Qualche rimpianto, ad ogni modo, persiste. Ne è l’esempio la fase di costituzione della rosa, in cui la dirigenza ha incassato non pochi rifiuti: “Tanti giocatori ci hanno detto di no, come è normale che sia per una squadra che si affaccia per la prima volta nei campionati Figc […] Abbiamo capito dove abbiamo sbagliato, e sicuramente sbaglieremo ancora, perché è normale, però ora abbiamo molta più di quella credibilità di cui ti parlavo”. E proprio i giocatori, definiti da Martini come “i volontari che costituiscono il cardine della squadra”, non sono stati scelti casualmente. Spiega infatti il vice allenatore come, prima ancora del “giocatore forte”, la squadra fosse alla ricerca dell’uomo. Ancor prima dell’efficacia sul campo, infatti, sono stati selezionati quei giocatori in grado di “creare un amalgama all’interno dello spogliatoio”, mantenendo il giusto compromesso con il valore tecnico dei singoli.
Accanto a quella dei giocatori, un’altra questione cruciale discussa già dagli albori in società è stata quella riguardante l’allenatore, scelta poi ricaduta sulla figura di Massimo Mereni. L’opzione dell’ex allenatore, tra le altre, di Sported, Castelverde e Marini, è stata confermata dalla società dopo un’attenta decisione: “I profili erano due:”, spiega Martini, “un allenatore giovane emergente, oppure Mereni. Alla fine, abbiamo pensato di andare su Massimo, essendo per la società la prima esperienza, sapendo che è un allenatore navigato e che da più di vent’anni allena. Inoltre, il binomio Mereni-allenatore è sempre stato in grado di centrare gli obiettivi, che fosse una salvezza o altro”.
Ascoltando i dirigenti del Pessina, si fa presto a capire come il loro non sia quindi un progetto lasciato al caso. Tutto, a partire dai giocatori fino alla scelta del tecnico, è stato infatti studiato e pensato ad hoc, portando i ragazzi a dipingere ben presto un quadro nel quale le ambizioni non si limitano affatto ai campanili dei comuni di Terza categoria: “È inutile girarci intorno, l’obiettivo dichiarato da Gianluca è quello di cercare di arrivare nella categoria superiore il prima possibile”.
Nonostante le ambizioni, il Pessina ha comunque vissuto dei momenti piuttosto difficili all’inizio del suo cammino, con un inizio di campionato non proprio entusiasmante, con una sola vittoria nelle prime cinque di campionato. “Io ho sempre detto, e continuerò a ripeterlo, che è più difficile vincere una Terza categoria che una Seconda, soprattutto per gente che è sempre stata abituata a giocare due o tre categorie sopra, anche se anni e anni fa”, ribadisce Martini, “Questo perché è un campionato un po’ a sé, anche se questo non deve essere una scusa. L’avvio è stato un po’ stentato, è vero, ma in qualche modo era in programma: sapevamo che ci sarebbero volute quattro o cinque giornate, se non qualcosa di più, per avere le prime risposte, che ora iniziamo a vedere. Indubbiamente tutti si aspettavano che partissimo a razzo e vincessimo tutte le partite, ma non è così che funziona”. L’identità ora sembra venire a galla, avendo la Pessina conquistato tre vittorie nelle ultime tre, delle quali l’ultima sull’ostico campo dell’Esperia, la capolista, che fino ad allora aveva collezionato cinque vittorie ed una sola sconfitta.
Curiosa, poi, potrebbe apparire la scelta di Dilda, la cui ditta si occupa già di sponsorizzazioni per altre realtà cremonesi, di dar luogo ad un progetto con aspettative alte come questo, in un paese piccolo come è Pessina Cremonese. La motivazione ha in realtà radici sentimentali. Come ci spiega Alessandro infatti, “[Gianluca] ha sempre detto che, nel caso in cui avesse avuto l’istinto oltre che alla voglia di creare qualcosa di suo, l’avrebbe fatto a Pessina. Questo perché è il paese dove è cresciuto. Suo papà infatti è di Pessina e quindi diciamo che c’è stato un legame quasi sentimentale”. Una giustificazione quindi puramente romantica quella del direttore sportivo Dilda, il quale ha addirittura rimandato l’ampliamento del campo di Pessina, pur di riuscire a giocarci ogni singola partita in casa.