7 Dicembre 2024
Famiglia reale
di RICCARDO GREGORIO - Passata un po' in sordina per l'annuncio della malattia della principessa, la foto ritoccata di Kate Middleton (e quella di Sofia Goggia) riapre la sfida uomo vs macchina nella fotografia. Abbiamo interpellato due professionisti cremonesi del settore

Dopo un lungo periodo passato nel silenzio rumoroso del gossip e nell’ombra delle illazioni, Kate Middleton, che si stava riprendendo da un intervento all’addome, ha recentemente rivelato le sue condizioni. Il 22 marzo la Principessa del Galles, 42 anni, ha annunciato tramite un video che gli esami effettuati dopo la sua operazione sono risultati positivi e che le è stato diagnosticato un cancro. Al momento la moglie del futuro Re d’Inghilterra si sta sottoponendo ad una chemioterapia preventiva, sotto consiglio del team medico che l’ha seguita durante questi mesi di convalescenza. Nel video anticipato dalla BBC, Kate ha spiegato che a gennaio, prima di sottoporsi all’intervento la sua condizione non risultava cancerosa per i medici, ma una volta uscita dalla sala operatoria alcuni esami hanno confermato che il cancro era presente.

Fino al momento del videomessaggio, da gennaio, la principessa si era tenuta lontana dai riflettori. Tutto è cambiato il 10 marzo, quando sugli account social del Principe e della Principessa del Galles è stata pubblicata una foto che mostrava Kate Middleton circondata dai suoi figli Charlotte, Louis e George. Sotto alla foto il messaggio: “Grazie per i vostri gentili auguri e per il continuo supporto negli ultimi due mesi. Augurando a tutti una felice Festa della Mamma”.

La foto veniva subito ripresa dalle testate giornalistiche internazionali più importanti, così come da molti utenti in giro per i social media. Il motivo? L’immagine appariva visibilmente ritoccata, quasi come fosse stata generata con l’utilizzo di un’intelligenza artificiale. I dettagli che lo suggerivano erano molti e le teorie del complotto legate alla foto si sono subito sbizzarrite, ma tutte sono state placate dalla diretta interessata il giorno successivo.

L’11 marzo infatti Kate ha smentito le teorie di cospirazione legate alla foto ritoccata, con un post sull’account X ufficiale dei reali del Galles. “Come molti fotografi amatoriali, anche io sperimento occasionalmente con l’editing,” -recita il post- “volevo scusarmi se la fotografia di famiglia che abbiamo condiviso ieri ha creato confusione. Spero che tutti abbiano passato una felice Festa della Mamma”. Una spiegazione apparsa da subito molto poco convincente e soppiantata dalla spiacevole notizia della malattia, che lascia però immutati i dubbi e le preoccupazioni legati all’utilizzo dell’IA, anche nell’ambito della fotografia.

L’avanzamento di queste tecnologie pone l’accento su una possibile trasformazione nel mondo del lavoro e dell’informazione e diverse professioni corrono il rischio di essere spersonalizzate, con conseguenze significative per chi le svolge, ma anche per gli utenti stessi. Anche la professione del fotografo, insegna il post di Kate, potrebbe essere minacciata dal progresso di queste tecnologie.

Francesco Sessa Ventura, fotoreporter freelance e cameraman TV di Cremona, nel settore da circa trent’anni, si dice contrario a cambiare la realtà fotografica con l’intelligenza artificiale. “Non siamo nella condizione, come paese, di essere capaci di gestire in modo ottimale i progressi della scienza in questo ambito– dice Ventura- “Il rischio è quello di foto completamente taroccate, che non saremo in grado di riconoscere”.

La possibilità che fra poco tempo non saremo più in grado di notare nemmeno quei pochissimi difetti che abbiamo notato nella foto della Principessa, quindi, è reale. “Non c’è un limite entro il quale ritengo valido l’utilizzo delle intelligenze artificiali nelle foto” -continua il fotografo- “Sono contrario a quello che mistifica la realtà”.


Francesco Sessa Ventura

Non è della stessa opinione Salvatore Liuzzi, street photographer per eventi teatrali e musicali, che ritiene invece che l’uso ponderato di queste tecnologie non sia per forza da esorcizzare.

Liuzzi paragona il nuovo avvento dell’intelligenza artificiale ad un evento che, sempre legato all’ambito fotografico, ha creato incertezza e rifiuto, ovvero l’introduzione della memory card e della macchina digitale in sostituzione al rullino delle macchine fotografiche analogiche. Questo perché, dice il fotografo, “piaceva costruire manualmente la fotografia per poter dire ‘Questa foto l’ho fatta io’”-. Il discorso è applicabile allo stesso modo al campo dell’IA, che crea preoccupazione nell’uomo per via della sostituzione della manodopera, che molte aziende hanno già iniziato ad attuare.

Liuzzi ritiene valido l’uso dell’intelligenza artificiale anche nelle foto, quando per esempio c’è la necessità di inserire nella foto un oggetto o un materiale che non è disponibile in quel momento, costruendo quindi artificialmente ciò che gli manca, ma la base fotografica per questa operazione deve comunque provenire dal lavoro di un essere umano. “A livello fotografico ciò che si può creare emozionalmente come persone, non può essere creato con l’intelligenza artificiale. Quando guardi una foto prodotta con IA, si percepisce che è artefatta, anche se ciò non toglie che questa sia comunque bella visivamente”.


Salvatore Liuzzi