7 Dicembre 2024
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di ALICE GEREVINI - Lo si può incontrare seduto per terra con i suoi due cani a metà di Corso Campi. Riceve una moneta, la scambia con un sorriso: è la storia di Paolo, una delle migliaia di storie di strada e povertà oggi in Italia

Due cani, un telefono e una sigaretta: quattro semplici elementi, quasi banali e scontati, attorno ai quali però possono girare delle vite e delle storie, come quella di Paolo. 

Paolo ha 43 anni ed è padre di una ragazza, Mirella, che di anni ne ha 19, e Lizzie e Michy, due cani che lo accompagnano dalla Romania, il suo paese natale che ha deciso di lasciare 12 anni fa, per iniziare una nuova vita a Parma. In Italia, però, Paolo non è riuscito a trovare un lavoro -prima svolgeva la mansione di operaio e di mungitore- e questo non gli permette di avere né la residenza né la cittadinanza; per questo motivo lui e la figlia hanno deciso di dedicarsi alla vita di strada, vivendo in una casa abbandonata e accontentandosi della quarantina di euro che, in media, riescono a raccogliere giornalmente. 

Ogni giorno, Paolo si sveglia a Parma alle 6 del mattino. La sua giornata inizia con un biglietto del treno sempre diverso: segue il mercato, girando per Cremona, Fidenza, dove cerca di procurarsi alimenti, soldi, scambiando due parole con le persone che si fermano a conversare con lui o a giocare con i suoi cani. A Cremona fa tappa ogni mercoledì e sabato: “Sono i giorni di mercato”, ci spiega, “Quelli dove c’è più gente in giro. Io mi metto qui con i miei cani, mia figlia invece sta all’ingresso dell’ospedale”. Trascorre la giornata a metà di Corso Campi, seduto per terra, la schiena appoggiata a una colonna, i cani che dormono ai suoi piedi. Lo trovi sempre lì, estate e inverno, tranne quando piove. Sorride quando ti fermi a lasciare qualche moneta, guarda i ragazzi che escono da scuola e se ne vanno verso casa. Verso le 11 di sera anche lui fa ritorno alla casa abbandonata in cui risiede temporaneamente, nonostante sia priva di servizi essenziali come elettricità e riscaldamento.

Quello della povertà che porta all’accattonaggio è un fenomeno in costante aumento, la cui analisi, rivela una serie di fattori interconnessi, tra cui la disoccupazione, la povertà e le problematiche legate alla lingua. Secondo il Rapporto sulla Povertà in Italia 2023, redatto dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), più di 50.000 persone vivono senza un’abitazione stabile. Cremona rappresenta, all’interno della Lombardia, un caso particolare: è la provincia con il tasso di senzatetto più elevato in relazione alla popolazione residente e riflette situazione di povertà in continua crescita, spesso legata alle situazioni complicate di integrazione. 

L’aumento graduale di homeless deve essere preso in considerazione all’interno del contesto di aggravamento della situazione di povertà estrema; secondo l’ISTAT sono presenti infatti tre ‘categorie’ di povertà: assoluta, relativa e a rischio di esclusione sociale. Nella categoria di povertà assoluta si prende in considerazione esclusivamente la situazione economica, escludendo il contesto geografico o del nucleo familiare, mentre per la povertà relativa ISTAT valuta la situazione economica dei singoli e delle famiglie, tenendo conto dei vari contesti. La formazione familiare occupa un ruolo importante: nelle situazioni in cui i genitori hanno la terza media la povertà supera infatti il 12%, mentre con familiari laureati  sia ferma il 4%. 

È fondamentale poi fare luce su un tragico fenomeno, anche questo in costante crescita, che caratterizza moltissime città italiane (Roma, Napoli, Foggia, Reggio Emilia, Padova…): la strage invisibile dei morti senza dimora. Secondo la fio.PSDFederazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, nel 2023 sono morte per strada 415 persone, abbandonate a loro stesse, mentre fino ad ora, dato di marzo 2024, le persone decedute in queste condizioni sono 111. La presidentessa della fio.PSD, Cristina Avonto, riferendosi alla legge del 3 luglio 2023 n° 85, conosciuta come Decreto Lavoro, afferma che “L’integrazione al Decreto è un’importante risposta alle sollecitazioni e preoccupazioni manifestate, quando nella prima stesura della misura, le persone senza dimora non erano state comprese fra i beneficiari (…) Rilanciamo ponendo come temi attuali ed emergenziali il rafforzamento dei servizi socio-sanitari, delle politiche dell’abitare e del lavoro”. Ora è ufficiale che, grazie a questo decreto, i beneficiari potranno essere anche “persone in condizione di svantaggio e inserite in programmi di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione”, offrendo l’opportunità di sostentamento agli adulti in condizioni di marginalità estrema.

La storia di Paolo insegna però che rimangono aperte le esclusioni legate ai requisiti per accedere alla misura: senza la residenza non si può ottenere l’Assegno di Inclusione. La sua esperienza di strada rappresenta una delle tante storie di individui che vivono in condizioni di disagio estremo in Italia. Oltre alle sfide personali, queste persone si trovano ad affrontare una serie di barriere sociali ed economiche che complicano ulteriormente il loro percorso verso il reinserimento sociale e lavorativo; la loro condizione rivela le falle profonde del nostro tessuto sociale e la mancanza di un sistema di sicurezza adeguato.

La realtà dei senzatetto in Italia è un grido di aiuto che non può essere ignorato; grazie ad associazioni come Caritas, Omnes, Progetto Arca e tante altre, esiste una scintilla di speranza che merita sostegno.