
L’arte è soprattutto esperienza condivisa, incontro e dialogo. Quando esce dalle gallerie e si avvicina agli spazi del quotidiano, l’arte si fa viva, accessibile, parte integrante della città e della vita dei suoi cittadini. In strada, nei cortili, nei palazzi storici o nei luoghi inaspettati, l’arte diventa occasione di scoperta, riflessione e comunità. È proprio a questo contatto diretto con i cittadini che si dedica il progetto di Cremona Contemporanea. Dal 24 maggio al 2 giugno 2025, la città si trasformerà nuovamente in un palcoscenico d’arte contemporanea con la terza edizione di Art Week.

Sotto la direzione artistica di Rossella Farinotti e in collaborazione con l’Assessorato al Turismo ed Eventi del Comune di Cremona, l’evento si propone di creare un dialogo tra l’arte contemporanea e il ricco patrimonio storico-artistico della città lombarda. Quest’anno, venti artisti di fama internazionale esporranno le loro opere in altrettante location. Tra queste alcuni spazi storici e luoghi inediti come l’ospedale, chiuso da decenni, e sotterranei mai aperti al pubblico, ma anche sedi già consolidate come il Palazzo del Comune e il Museo Archeologico di S.Lorenzo.


Cremona è da sempre stata crocevia di innovazioni, sfondo di tensioni, storia, guerre e conflitti, di famiglie importanti e altrettanto importanti artisti. Sembra però che questa storia, che ancora trasuda da ogni pietra e mattone, stia lentamente scomparendo. La proposta di Cremona Contemporanea è nata per riportare l’arte per le strade e nei cuori dei cittadini, servendosi dei luoghi storici cittadini per unire tradizione e contemporaneità.
Le prime due edizioni della manifestazione hanno ottenuto importanti risultati, con un totale di 35.000 visitatori nel 2023 e nel 2024. L’obiettivo di quest’anno, per gli organizzatori dell’evento, è quello di portare avanti il dialogo tra luoghi e persone, di far avvicinare diversi pubblici interessati, dai più giovani ai più adulti, e far fiorire la curiosità della scoperta. Cremona Contemporanea | Art Week è un progetto aperto a tutte le età e a tutte le possibilità. Chiama ad essere protagonisti anche i giovani cittadini, formando studenti e studentesse a diventare volontari, inserendoli completamente nell’esperienza e nel clima artistico durante tutti i dieci giorni.



“Questo dialogo tra arte e nuove generazioni rappresenta uno degli aspetti più vitali.”, racconta Alessia Romano, collaboratrice nell’organizzazione del progetto 2025, “Non solo avvicina i giovani al mondo della cultura, ma li rende protagonisti attivi nella promozione e nella diffusione dell’arte”. Molti sono infatti i ragazzi che quest’anno si sono impegnati nella partecipazione a Cremona Contemporanea | Art week, da studenti liceali a giovani adulti universitari. Per Emma, volontaria dal liceo classico Vida, l’esperienza a stretto contatto con l’arte è stata “arricchente sia dal punto di vista culturale che umano. Ho avuto modo di interagire con nuovi artisti, con il loro modo di esprimersi e con visioni uniche e diverse da parte di molte persone riguardo alle opere”.

Tema principale di questa terza edizione di Cremona Contemporanea è il dialogo. Tra l’arte e il pubblico, tra i giovani è l’arte, tra i giovani e il pubblico, con gli artisti e con le proprie emozioni. Per questo i giovani volontari saranno chiamati a sorvegliare le opere d’arte ma anche a conversare con chi ha qualcosa da dire, confrontandosi con i pareri degli osservatori e rispondendo alle domande che le istallazioni potrebbero far sorgere.

La stessa Alessia afferma: “L’arte contemporanea è un modo forte e diretto per parlare di quello che succede nel mondo oggi. Anche se a volte può sembrare strana o difficile da capire, spesso riesce a farci pensare, discutere e vedere le cose da un altro punto di vista. In un mondo complesso e in continua trasformazione, l’arte contemporanea può essere uno strumento potente per aprire conversazioni significative. “Herenzia”, per esempio, progetto di Maximo Gonzalez e Iván Buenader ne è l’esempio perfetto: un modo per imparare a donare e offrire, generando una partecipazione attiva nella comunità. Chi ha portato il proprio piatto ha contribuito alla creazione di quest’opera d’arte partecipativa, donando anche una storia, che si unisce a molte altre, per creare una memoria collettiva ricca di momenti vitali”

