

Tutti abbiamo o abbiamo avuto quello zio che alla cena di Natale attacca bottone dicendo: «Sai che ho giocato alla Marini da giovane?». Ecco, basta un po’ questo a spiegare cosa questa società rappresenti per la città di Cremona. Tanti cambi di denominazione e fusioni varie, certo, ma la Marini dal 1950 ad oggi non ha mai cessato di esistere. Una realtà che ha pochi paragoni in Italia, più affine forse alla storia centenaria dei club dilettantistici inglesi.


Lo sa benissimo la nuova proprietà, subentrata l’anno scorso e rappresentata dal presidente Marco Grassi: «Non c’è futuro senza passato, non voglio voltare le spalle a questi 75 anni di storia. La nostra volontà è quella di difendere e salvaguardare la tradizione, ma anche di rilanciarla». E le idee per farlo sono molto chiare. Nuovo logo, molto moderno nei tratti, ma con accanto la denominazione originaria “Marini 1950”. Maglietta celebrativa del 75° anniversario e tantissimi progetti di rinnovamento per le strutture, l’organigramma e gli atleti del club.
Moltissimi i lavori in programma nel cantiere di via San Quirico, come ci spiega il direttore dell’Area Tecnica e allenatore Juniores Gianluca Corbani: «Il primo passo è stato l’installazione di un nuovo impianto di illuminazione a led. Per il campo, invece, ci siamo affidati ad una ditta che si sta occupando anche del manto del Gewiss Stadium di Bergamo. Abbiamo in programma l’allestimento di una nuova tribuna e di un bar per i tifosi. Inoltre gli spogliatoi, che abbiamo già rimesso a norma, verranno integrati con un nuovo accesso al terreno di gioco. Allestiremo anche una sala tecnica, dove i mister potranno confrontarsi e chiamare a rapporto i ragazzi». Quando i lavori saranno ultimati, per le prime giornate della prossima stagione, la Marini potrà vantare strutture su cui pochissimi altri club dilettantistici possono contare: «Vogliamo dimostrare che le nostre non sono solo belle parole, ma anche fatti».


L’aspetto più interessante e stimolante del nuovo volto della Marini, però, è la filosofia che si fa motore di tutto il progetto e che, come ci racconta il presidente Grassi, è un punto fermo del club fin dalla sua fondazione: «L’intento originale del fondatore Martino Bassi era quello di dare un’occasione ai ragazzi che uscivano dall’orfanotrofio Chiappari. Anche noi abbiamo deciso di tornare a puntare sui giovani, dentro e fuori dal campo. Molti millantano progetti simili, noi invece vogliamo dimostrare con i fatti che non abbiamo paura affidare responsabilità ai ragazzi. Abbiamo un direttore sportivo di 20 anni, il responsabile dello scouting ne ha 19».

La filiera della società è stata completata anche grazie all’assorbimento di una parte del settore giovanile del Castelverde. La punta di diamante è rappresentata dall’Under 21 che, come ci spiega mister Corbani, parteciperà ad un campionato regionale: «Abbiamo puntato sull’ossatura dei 2004 provenienti dalla Juniores, con innesti di 2005 e 2006 già pronti e un singolo fuori quota. Il sogno è quello di costruirci i giocatori in casa, con un percorso che parta dai Pulcini e arrivi alla prima squadra. Per renderlo possibile, i ragazzi devono divertirsi e essere contenti di venire ad allenarsi. Tutti devono sentirsi partecipi del progetto. Qui alla Marini nessuno pretende di vincere campionati. Preferiamo concentrarci sulla crescita e sull’educazione».


Un percorso di crescita che parte dalla persona, prima che dal calciatore, come ci tiene a precisare il presidente: «È nostra responsabilità nei confronti della città dare il nostro contributo educativo ai ragazzi. Oltre agli allenamenti, teniamo incontri su temi come la legalità o il primo soccorso. Siamo anche riusciti a introdurre, per primi a Cremona, una figura che coordini tutte queste attività: il responsabile dell’Area Educativa».
Con delle basi così solide, il futuro non potrà che essere roseo. L’obiettivo a lungo termine, spiega Corbani, è quello di puntare ad alzare l’asticella con la prima squadra: «Con quello che il presidente ci sta mettendo a disposizione, abbiamo tutto per fare bene. Qualora vincessimo il campionato verremmo promossi in Seconda Categoria. Non ci vogliamo nascondere, ci piacerebbe raggiungere la Prima entro qualche anno».