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di FRANCESCO GAMBA - Ancora i cantieri non sono aperti, ma dietro le facciate della ex Chiesa di San Francesco e nella quiete di Piazza Giovanni XXIII i lavori già fervono: un confronto di idee su come rilanciare alcuni immobili del centro città, coinvolgendo enti e associazioni che lavorano con i giovani per dare nuove idee al progetto "Giovani in Centro".

Infondere nuova vita al centro storico, ricalibrando la bussola dell’intera geografia cittadina: questo è il primo proposito di “Giovani in Centro”, la Strategia di Sviluppo Urbano Sostenibile (SUS) prevista dalla Regione Lombardia per il ciclo di programmazione 2021-2027. “A mio avviso, è uno dei progetti più strategici che in questi anni le amministrazioni della città abbiano potuto offrire. C’è stata la vittoria di un bando importantissimo per quanto riguarda la dimensione del finanziamento, perché stiamo parlando di circa 20 milioni di euro”, spiega l’assessore alle politiche sociali e al turismo Luca Burgazzi, coordinatore del progetto.



L’iniziativa, cofinanziata dal Comune (2.5 milioni di euro), è supportata principalmente da Regione Lombardia (14 milioni), oltre che da  due tipologie di fondi europei: il Fondo sociale europeo Plus (FSE+, 1 milione), dedicato a vari settori, tra cui l’inclusione sociale e l’istruzione, e il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR, 0.16 milioni), focalizzato sullo sviluppo economico regionale dei vari paesi UE. Anche il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), uno dei maggiori strumenti finanziari nazionali, contribuisce a “Giovani in centro” con lo stanziamento di 2.4 milioni di euro, per un totale complessivo del piano di poco superiore ai 20 milioni.

Luca Burgazzi, assessore alle politiche sociali e al turismo


In che cosa consiste “Giovani in centro”? “Da una parte, si tratta di riqualificare un pezzo di centro storico che, salvo eccezioni come la cooperativa Antares, è sostanzialmente abbandonato dagli anni ’70”, spiega Burgazzi, che sottolinea come l’operatività degli interventi non si limiti esclusivamente al piano urbanistico-strutturale: “Vorremmo inserire all’interno degli edifici sistemati alcune attività che abbiano una precisa connotazione, e sono due gli aspetti che consideriamo: da una parte quello abitativo, ad esempio nel palazzo Radaelli, che è l’intervento economicamente più consistente, contiamo di recuperare ventisette alloggi che vorremmo destinare a una popolazione giovane, perché crediamo ci sia un assoluto bisogno di investire su questo tipo di attività per favorire l’indipendenza dei giovani rispetto ad un mondo, quello degli affitti delle case, che non permette a tutti di uscire dall’autonomia del nucleo familiare”

Il secondo tema fondamentale è quello culturale-ricreativo: “L’obiettivo è ricavare uno spazio per le realtà attente alle esigenze dei giovani che non sia solo una sede per le associazioni: non vorremmo che l’ex chiesa di san Francesco diventasse un grande condominio dove ognuno ha la sua stanzetta, quello spazio deve diventare un Hub, un incubatore rispetto ad alcune progettualità che già esistono in città o che potrebbero nascere in futuro”.



L’area del centro storico interessata dal progetto è situata lungo l’asse immaginario che collega il Parco del Vecchio Passeggio a Piazza del Comune, una “striscia” caratterizzata dalla significativa presenza di servizi educativi, sociali, e assistenziali, oltre che da edifici storici dismessi da tempo, piazze e giardini sottoutilizzati. L’inizio dei cantieri, previsto tra estate e autunno 2025, prevede una serie di interventi (consultabili sul sito del progetto  Giovani in centro | Strategia di sviluppo e rigenerazione urbana per il centro storico di Cremona) il più consistente riguarda il già citato complesso di via Radaelli.

Uno scorcio di Piazza Giovanni XXIII, al centro del progetto del Comune di Cremona (foto da www.giovaniincentro.it)

Per i giardini di Piazza Lodi e Piazza Giovanni XXIII, il piano è di ridefinire ed eventualmente ampliare i percorsi pedonali, veicolari e di sosta, le zone verdi, in generale aumentare “l’appeal urbano” delle piazze. La “Cittadella Servizi alla Persona”, situata nel Parco del Vecchio Passeggio, è oggi sede di diverse realtà che già operano nell’ambito dei servizi alla persona: con la riqualificazione gli spazi a disposizione saranno resi più funzionali ed adibiti ad accogliere un numero maggiore di associazioni. Si prevede inoltre di creare un nuovo percorso urbano che colleghi il Parco del Vecchio Passeggio a Piazza Lodi. Nella  stessa zona sono presenti il nido S.Francesco, la scuola dell’infanzia Martini e la Media Campi: per le due scuole dell’infanzia l’intervento principale prevede un miglioramento dell’efficienza energetica (calore e illuminazione), mentre la secondaria di primo grado A. Campi sperimenterà un modello di scuola “diffusa” che incoraggia l’utilizzo di spazi di apprendimento alternativi alle aule, a riprova della natura trasversale del progetto.

“Abbiamo iniziato intorno a  settembre-ottobre un percorso di formazione, in modo da mettere al tavolo tutti i potenziali interessati all’idea”, spiega Burgazzi, ripercorrendo i primi passaggi dell’iniziativa, “Completato questo primo step, abbiamo aperto una manifestazione di interesse per avviare la co-programmazione, al fine di individuare in modo definitivo quali sono le realtà che aderiscono al progetto”. La manifestazione di interesse è tuttora aperta e si chiuderà a ottobre 2025, quasi simultaneamente all’inizio dei lavori. La prima plenaria, svolta l’8 maggio presso Palazzo della Carità, sede della fondazione Città di Cremona, è stata un’occasione per il Comune di confrontarsi con i rappresentanti delle 36 associazioni che si sono fatte avanti. L’articolazione organizzativa del progetto prevederà la costituzione di una cabina di regia coordinata dal Comune di Cremona e quattro gruppi di approfondimento tematico. “Costruiremo una serie di tavoli di lavoro appartenenti a quattro aree tematiche: culture giovanili e coinvolgimento attivo dei giovani; modelli organizzativi e gestionali; inclusione sociale e lavorativa; relazioni tra il progetto e la città. I lavori, che inizieranno a settembre, dureranno circa un paio d’anni, avremo il tempo per leggere bene la realtà di Cremona, e immaginare come migliorarla in prospettiva” ha detto Burgazzi.

La pagina iniziale del sito tematico di “Giovani in centro”


Una delle sfide maggiori da fronteggiare è stimolare la partecipazione attiva dei giovani, mancata nei primi incontri pubblici. La categoria, però, è parecchio ampia: qual è il target reale dell’iniziativa? “Si parla di un mondo vastissimo, la sfida è non fossilizzarsi sulle categorie, non si può fare una cosa solo per gli studenti universitari o qualche altra tipologia specifica, dobbiamo fare in modo che quando si parla di giovani si inizi ad abbracciare il tutto”, conclude Burgazzi, che sottolinea anche l’importanza di sradicare lo stereotipo che dipinge indistintamente tutti i giovani come svogliati o casinisti: “In ogni contesto di  ciascuna età anagrafica, ci sono persone che hanno difficoltà, e altre che ne hanno meno. Noi dobbiamo cercare di dare risposte a tutti, in particolare a chi risposte ancora non ha. Come farlo? Mettendo insieme la parte dei servizi, quindi l’educativa di strada, ai percorsi per persone che studiano e lavorano in città”. Intanto, alla plenaria dell’8 maggio, è stata manifestata l’intenzione di costituire un ulteriore gruppo di adolescenti e giovani che affianchi i quattro tavoli di lavoro, al fine di garantire partecipazione e protagonismo da parte loro in un progetto che li riguarda da vicino.